06 maggio 2010

In Italia la Depressione e in Grecia la Rabbia

Non guardo più la televisione da mesi, figurarsi i telegiornali, e leggo i quotidiani una volta alla settimana quando va bene, perché mi incazzo troppo e poi mi girano i coglioni tutto il giorno. Però ascolto il radiogiornale (il mio Zen, sintonizzato perennemente su RadioDue, mi accompagna in treno e in metropolitana da e verso il lavoro, e spesso anche durante il lavoro) e sbircio le pagine dei giornali che leggono gli altri pendolari ammassati insieme a me nei vagoni delle patrie ferrovie.

E ho saputo che ieri in Grecia, durante le proteste, sono state lanciate delle molotov contro una banca e nell'incendio sono morte tre persone, di cui una era una donna incinta.

I commenti che ho sentito sono stati tutti del tipo "Il diritto alla protesta è sacrosanto ma la violenza non è mai giustificata" e "La protesta ha causato la morte di una madre".

Io la penso diversamente.

Quella donna è stata uccisa dalla mano di persone che hanno lanciato bombe molotov e appiccato un incendio. Ci viene detto.
Chi ha compiuto quel gesto è un assassino. Ci viene detto.
E' vero, rispondo. Ma la catena delle responsabilità finisce lì?

Il disubbidiente (parola fastidiosa in voga fra i giornalisti, che da a chi protesta la stessa dignità di un bambino che fa i capricci e protesta contro i saggi consigli dei genitori) perché è incazzato? Perché si è ritrovato a protestare?

Perché l'Europa che ci hanno venduto come una fantomatica meta di fratellanza e unione di popoli non è mai stata altro che una operazione commerciale a favore della grande finanza e delle banche.

E ora che questi due sistemi (quello finanziario e quello bancario) stanno mostrando le loro falle scatenando una crisi dopo l'altra la gente è incazzata.

E' incazzata perché per pagare un sistema a cui non partecipa (perchè la gente comune, la maggioranza, non partecipa ai guadagni del sistema bancario-finanziario) si sente dire che le tasse aumenteranno, le tredicesime verranno congelate e la pensione chissà se la vedrà mai.

Quindi si incazza, scende in piazza e ci scappa anche il morto.

In Grecia.

In italia un padre di famiglia viene licenziato. "Ci dispiace", gli dicono, "ma c'è la crisi e per restare competitivi in questa crisi dobbiamo ristrutturare e quindi esternalizzeremo la produzione. Lei è un costo troppo alto per noi". In parole povere il posto del padre di famiglia verrà preso da un altro padre di famiglia in un paese dell'est europa che avrà un costo minore per la ditta che deve rimanere competitiva.

Questo padre potrebbe anche andare in depressione e decidere di suicidarsi.
Un trafiletto sul giornale e passa la paura.

Però c'è una cosa che, nonostante facciano di tutto per nasconderla, è lampante.

La colpa è sempre degli stessi.
La violenza della morte è sempre indirizzata verso le persone sbagliate.

Il giorno in cui trasformeremo la depressione in voglia di riscatto e la rabbia verrà canalizzata verso il reale nemico forse si riuscirà a cambiare qualcosa.

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