11 luglio 2010

10 Luglio 2010

Ieri la giornata è iniziata bene.
Avevamo in progetto di andare a passare la giornata in Toscana da dei nostri amici conosciuti su un forum e mai incontrati prima e, come surplus, di prendere uno dei gattini che una gatta girovaga aveva avuto la cortesia di partorire nel loro capanno degli attrezzi.
Quindi ci siamo caricati la nana sul seggiolino e abbiamo imboccato l'autostrada.
Il viaggio è andato bene, a parte il fatto che bel tratto prima di Genova, che è tutto curve, la nana a iniziato a gorgogliare e poi s'è svomitazzata tutta, e siamo arrivati a destinazione.

Ad accoglierci è stato il padre della nostra amica, che ha capito che i due tizi con lo sguardo perso che lo osservavano dai finestrini della macchina erano gli amici di sua figlia e ci ha indicato dove fosse il cancello.

ll primo ad accoglierci, a parte due pastori tedeschi (uno che camminava tutto storto sotto il peso della vecchiaia e uno che trotterellava tutto dinoccolato grazie alla leggerezza della sua giovinezza) è stato un tipo in maglietta e pantaloncini, con in braccio un bambino. Che poi era il marito della nostra amica e padre di un treenne, che gli stava in braccio, e di una settenne che sarebbe poi arrivata da li a poco con la mamma.

A prima vista, devo dire la verità, questo ragazzo mi ha preso alla sprovvista. Aveva lo sguardo intenso, il muso un pò imbronciato e la barba sfatta che portano di diritto quelli che sanno leggerti l'anima e gli stronzi che ti prendono per il culo e quindi gli ho stretto la mano riservandomi di decidere con calma che con chi avevo a che fare.

Lei, invece, è proprio come si poteva intuire da come e cosa scrive e dall'espressione che ha nella foto che la rappresenta su internet.Una donna solare e dolce.

Siamo andati a mangiare in un ristorante e li ci siamo sciolti, iniziando a parlare di tutto e di niente.
Con la nana che mangiava la sua pasta al pomodoro e intanto imbrattava la tovaglia e il seggiolino del ristorante e la figlia dei nostri amici che le faceva da babysitter, i nostri amici ci hanno raccontato di come sono nati i loro figli e di come si sono conosciuti (anche loro grazie a internet) e lui ci ha raccontato di quando lei ha fatto bruciare il ciuccio nella pentola e lui si è trovato con la cucina impestata di un denso fumo nero da cacciare via ma che invece non faceva altro che impastarti le narici di nero.

Abbiamo passato una giornata stupenda.

Ho avuto la conferma che questo ragazzo di trentotto anni è uno di quelli che sanno leggere l'anima. Non è che abbiamo parlato tanto perché ovviamente quelle che tenevano banco erano le signore, ma quello che ci siamo detti mi ha fatto capire che avevo trovato una persona che, come dico io, vale la pena.

Mi sono inorgoglito con lui quando l'ho sentito descrivere, il modo bello e forbito con cui parla la bambina. "Sapete", ci ha confidato con quella punta di orgoglio vergognoso che hanno quelli che hanno un tesoro e sanno che non dovrebbero farsene vanto, ma poi pensano che farne vedere uno sbarluccichio ai meno fortunati non farà poi gran danno, "L'altro giorno mi ha fatto: Babbo, le tue calzature sono orripilanti! Ma avete mai sentito una bambina di sette anni che parla così?" .

Dopo pranzo siamo tornati a casa per vedere il micio da adottare e visto che il piccolo aveva bisogno del pisolino se ne è preso carico il padre lasciandomi da solo in balia di quattro signore. Abbiamo continuato a chiacchierare come se fossimo stati amici "reali" da sempre mentre la verità era che anche se ci conosciamo virtualmente da tre anni era la prima volta che ci vedevamo.

Al momento di salutarci la nostra amica ci ha detto "eh, mi sa che Luca è su che dorme con il piccolo, ve lo saluto io", invece quando siamo arrivati alla macchina è spuntato dal nulla, io sudato come uno che è appena uscito dalla doccia gli ho detto stringendogli la mano e baciandolo "Eh oh, scusa Luca, sono sudato che faccio schifo" e lui ha accettato stoicamente il bacio che gli ha lavato la faccia ed ha ricambiato.

Durante il viaggio di ritorno abbiamo parlato di come la giornata era andata alla grande, di come il micio era fantastico e di come i nostri amici virtuali diventati reali fossero stati una splendica conferma.

Ci siamo fatti trecento chilometri di ritorno, stranamente abbiamo trovato anche parcheggio vicino casa e la signora si è attivata per rimettersi in contatto con i nostri nuovi amici per ringraziarli della bella giornata.

E li abbiamo scoperto che Luca era uscito per andare al lavoro in moto e non era ancora tornato.

La faccio breve, perché in qualsiasi modo la raccontassi farebbe schifo.
Luca ha avuto un incidente, è morto sul colpo, e ha lasciato una moglie e due bambini piccoli.

E' da quando ieri sera l'ho saputo che non riesco a pensare ad altro.
Quel ragazzo fino a ieri mattina non era che un nome su una pagina di un forum che mi dava consigli su come fare fotografie, sposato con un altro nome che parlava con la mia ragazza su come è bello e faticoso essere madre e i loro figli non erano che foto in calce alle loro firme.
E invece ieri ho perso un amico. Ho perso un affetto e non posso che non sentirmi male perché non riesco a non condividere il dolore della mia amica e dei suoi figli.
E io non riesco che a vedere la punta dell'iceberg di quel dolore che pesa su di loro.

Non so. Volevo far sapere alla mia amica che le sono vicino. Non sono bravo nei convenevoli e quindi ho deciso di scriverle un piccolo diario di ieri.
Per farle capire che dalla piccola finestra di una mezza giornata io ho visto una grande persona, un grande padre e un grande amore in quella famiglia.

E che, anche se in maniera diversa, anche se era mio amico solamente da poche ore mancherà molto anche a me.

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